Il Caso Campania dal 2017 ad oggi

Anche per chi ha vissuto in prima persona gli eventi non è semplice ricostruire i fatti in maniera puntuale, in questo articolo ci proviamo.

Antefatto

Sul BURC numero 86 del 1 dicembre 2017 vengono pubblicate le delibere di Giunta Regionale n. 731,732,733. Nella delibera 731 in particolare si indicano le linee di programma per il rilascio dell’abilitazione all’esercizio delle attività funebre e per lo svolgimento dell’attività.

Nella delibera 731 viene inserita una disposizione che se attuata concretamente avrebbe sostanzialmente messo fuori legge l’80% delle imprese funebri campane. Ricordiamo che nell’allegato A della legge n. 12 del 24/11/2001 all’art. 1bis viene stabilito che l’impresa funebre non può avere un numero inferiore a 4 di dipendenti regolarmente assunti.

Nella delibera n.731 viene stabilito all’art. 2 comma 1 lettera a) che i contratti di lavoro stipulati non inferiori a 4 devono essere tutti a “tempo pieno”. E’ facile intuire che l’assunzione a tempo pieno di almeno 4 lavoratori sarebbe stato un onere fisso insostenibile per la quasi totalità delle imprese campane, un esplicito tentativo di alterare le dinamiche libero concorrenziali a vantaggio di una parte molto minoritaria della categoria.

Il 1 dicembre 2017 la regione Campania su ispirazione di ambienti opachi e criminogeni aveva in pratica decretato la morte dell’impresa funebre artigiana in Campania.

La storia

L’ANIFA nel 2016 viene contattata da un imprenditore funebre campano Pino Carbone, è preoccupato della situazione, si rende conto che le associazioni di categoria presenti sul territorio sono tutte schierate dalla parte sbagliata e vorrebbe costruire un’alternativa.

L’incontro ebbe successo, ci fu subito sintonia tra Pino altri suoi colleghi e il direttivo ANIFA, in breve tempo si organizzarono eventi sul territorio campano per accendere i riflettori sulla situazione del comparto e sui rischi imminenti. Il progetto di creare un’associazione regionale in grado di tutelare gli interessi della categoria in alternativa a quelle già presenti stava nascendo.

Il 27 novembre del 2017 la Giunta regionale approva una scandalosa delibera la n.731 con la quale metteva fuori legge almeno l’80% delle imprese presenti sul territorio.

Gli autori del vergognoso blitz normativo non avevano capito che in Campania non potevano fare più quello che volevano e non avevano previsto la capacità di reazione di Pino Carbone dei suoi amici e dell’ANIFA.

Il Carbone organizza una imponente manifestazione sotto il palazzo della Regione a Napoli, l’ANIFA contemporaneamente chiede ufficialmente un incontro in regione denunciando la gravità della situazione totalmente ingiustificata. Il 28 dicembre decine di carri funebri si dirigono verso il palazzo della Regione, l’evento avrà una copertura mediatica in diretta nazionale, in contemporanea con la manifestazione veniamo chiamati da Franco Alfieri capo della segreteria del Governatore Vincenzo de Luca che ci convoca il giorno stesso ma per questioni pratiche verremo accolti il giorno successivo.

Nell’incontro in Regione Pino Carbone ebbe modo di spiegare cosa comportava l’approvazione di quelle delibere, soprattutto la n. 731, Franco Alfieri in rappresentanza del Presidente De Luca ammise subito che era stato commesso un errore e che non era assolutamente intenzione della Giunta alterare le dinamiche libero concorrenziali del comparto, in brevissimo tempo sarebbero intervenuti ed avrebbero risolto il problema soprattutto della delibera n. 731.

Viene deciso comunque di fare un ricorso al TAR contro le delibere n. 731,732,733, Pino Carbone coinvolge decine di imprese che firmano il ricorso, anche se non ancora formalmente possiamo dire che è il primo atto compiuto dalla nascente SIFA.

Nel frattempo il 20 febbraio 2018 la Giunta Regionale approva la delibera n. 89 e la delibera n.90. Entrambe le delibere sono importanti la n. 89 elimina il termine “tempo pieno”, l’imprenditore funebre campano come giusto che sia può adottare tutti i contratti presenti nella normativa nazionale che ritiene opportuno: contratto a tempo pieno, part-time, contratto intermittente. La delibera n.90 come richiesto distingue le due strutture “Casa Funeraria” e “Sala del Commiato” è una decisione politica lungimirante, la regione vuole creare le condizioni affinchè più imprese funebri possibile accedano ad investimenti in strutture capaci di fornire servizi sempre più necessari.

Il ricorso al TAR fatto in maniera precauzionale perde di utilità, l’avvocato nei motivi aggiuntivi depositati avvisa il TAR che la materia del contendere è nei fatti cessata ed infatti il TAR Campania il 10 maggio 2022 scrive: “Rilevato che per effetto di quanto dichiarato da parte ricorrente la adozione della successiva delibera e la circostanza che la stessa sia considerata satisfattiva dalla istante, comporta la declaratoria di cessazione della materia del contendere.”

Nel 2021 ad un’impresa campana è stata rifiutata l’iscrizione al Registro Regionale sempre su questioni inerenti il personale e sulla libertà dell’impresa di adottare liberamente il contratto ad essa più funzionale. L’impresa funebre ha fatto ricorso al TAR con il supporto “ad adiuvandum” di un notevole numero di imprese funebri regionali associati SIFA, della SIFA stessa, dell’ANIFA e della CLAAI di Benevento.

Il TAR in perfetta continuità con il ricorso del 2018 ha deciso di arrivare a sentenza nel giro di due settimane essendo la materia di semplice interpretazione, il 29/10/2021 viene emessa sentenza che da pienamente ragione all’impresa funebre e condanna alle spese la Regione Campania.

Conclusioni

Oggi è chiaro e cristallino che i lavoratori assunti dalle imprese funebri campane nel numero minimo di 4 possono essere messi in regola con qualsiasi contratto previsto dalla normativa nazionale vigente, il TAR non ha preso minimamente in considerazioni le farneticanti conclusioni contenute nell’atto ad opponendum di altra associazione, ha semplicemente preso atto che la delibera n.89 ha sanato la situazione e chiarito la questione.

Tale posizione è stata se possibile ribadita con più forza con la sentenza del 29/10/2021, la libertà dell’imprenditore di utilizzare i contratti di lavoro più aderenti alle proprie esigenze è una realtà acquisita ed inconfutabile che deve essere chiara a tutti.

Nel 2022 la SIFA insieme all’ANIFA e al CLAAI continua a dialogare con la Regione Campania con la responsabilità di essere la compagine associativa più rappresentativa in Campania, non verranno fatti gli errori di altre associazioni del passato, la rappresentanza sindacale sarà leale e rispettosa dell’interesse generale.


P.s. il sottoscritto è orgoglioso di aver partecipato e partecipare attivamente a questa avventura, l’augurio è di portare anche in Parlamento le nostre idee ed i nostri progetti.

 

Paolo Rullo

Segretario ANIFA