CHI FA DA SE FA PER TRE

In queste ultime settimane abbiamo assistito ad una impressionante escalation della crisi sanitaria legata al coronavirus. La categoria è costituita da professionisti abituati da sempre a dover operare in condizioni delicate accollandosi spesso responsabilità di competenza di altri soggetti istituzionali, quindi non abbiamo alcuna preoccupazione sulla capacità degli operatori funebri di lavorare in sicurezza. 

Questo non vuol dire però che anche in una emergenza così delicata l'imprenditore funebre deve rimanere solo a gestire situazioni che hanno preminenti ricadute di carattere generale. L'Evento lutto è una causa di forza maggiore che determina un intervento obbligato e non procrastinabile, le tempistiche sono stringenti, vengono coinvolti operatori sanitari ed "Operatori Funebri" entrambe le categorie nell'espletamento di funzioni pubbliche legate ad aspetti igienico-sanitari. 

Ad oggi non ci risulta alcun protocollo operativo ovvero un coordinamento tra le imprese funebri e gli operatori sanitari nei casi di decesso in casa del cittadino. Quando una famiglia, magari di notte, chiama l'imprenditore avvertendolo che è deceduto un familiare e ne richiede la presenza cosa bisogna fare? è coerente con l'attuale allerta sanitaria che l'imprenditore vada senza alcuna informazione preventiva sulla causa di morte? ci si deve fidare della parola dei familiari o è necessario un intervento di un operatore sanitario? 

Gli imprenditori funebri con i loro collaboratori nell'espletamento del loro mestiere hanno la necessità di entrare nelle abitazioni di privati cittadini che hanno un morto in casa, devono professionalmente adottare ogni comportamento utile alla propria ed altrui salute, ma in questa fase di estrema allerta sanitaria non sarebbe il caso sottoporre a controlli preventivi anche il personale funebre?

Prima dei decreti più stringenti queste ed altre domande abbiamo inviato al ministero dell'Interno e della Salute, ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta. Il fatto che il settore funebre non venga coinvolto attivamente nelle procedure di prevenzione dell'epidemia ci sembra una cosa contraddittoria, da un lato viene comunicata una situazione emergenziale elevata dall'altro non si ha riscontro di comportamenti altrettanto puntigliosi e pignoli atti a contrastare tale problematica.

Il settore funebre da sempre è abituato a fare da solo, siamo certi che la categoria ha provveduto ad adottare tutte le cautele possibili a tutela propria e soprattutto a tutela dei cittadini dolenti, chi fa da se fa per tre.