Le Procure aprono il Parlamento richiude

Basta fare una banale ricerca su internet con le parole chiavi "racket del caro estinto" ed escono una infinità di notizie tutte riconducibili a: racket uguale monopolio.

In questo periodo di pandemia mondiale il comparto funebre si è per fortuna confermato un settore composto da migliaia di bravi lavoratori. Se il settore fosse stato già smantellato come l'attuale progetto di legge vorrebbe, l'Italia avrebbe vissuto un ulteriore emergenza da terzo mondo.

Negli ultimi decenni a tutte le latitudini le Procure della Repubblica hanno aggredito il fenomeno del racket del caro estinto con una certa efficacia, interi territori si sono aperti alla libera concorrenza, tante imprese hanno potuto lavorare dove prima era impossibile.

Leggendo l’art.9 e la relativa tabella 1 del progetto di legge  “Disciplina delle attività funerarie e cimiteriali, della cremazione e della conservazione o dispersione delle ceneri. C. 928 Brambilla, C. 1143 Foscolo e C. 1618 Pini” e considerando che almeno l’80% delle imprese funebri in attività svolgono meno di 100 servizi all’anno, alcune domande bisognerebbe porsi: perché il Parlamento vuole chiudere dove le Procure hanno aperto? A quali interessi si cerca di rispondere? I segretari dei partiti sono a conoscenza di queste volontà politiche liberticide?

Una legge quadro nazionale sull’attività funebre sarebbe una norma necessaria, molti problemi e molte distorsioni meriterebbero essere affrontati a tutela dell’interesse generale e degli operatori virtuosi, creare un filtro all’entrata basato sulla professionalità sarebbe una scelta saggia.

Il progetto di legge in discussione in Parlamento invece va in direzione del tutto contraria, è un testo stantio, vecchio, vengono riproposte ricette che in passato hanno già distrutto comparti artigiani, usano la deriva burocratica come arma di distruzione di massa. Non c’è alcuna tensione etica e prospettica in questo testo c’è solo una mediocre e patetica tensione liberticida.

L’ANIFA svolge un ruolo di supplenza della rappresentanza sindacale, ma quella vera dov’è? È possibile che migliaia di imprese rimangano inermi in fila come pecore in attesa del macello?

All’Assemblea Generale dell’8 luglio, rivendicheremo ancora la legittimità del nostro ruolo di supplenza ma lo faremo nella convinzione che non sarà sufficiente per salvare le pecore dal macello, lavoriamo per trasformare le pecore in lupi.