Il Puzzo della politica Abruzzese

Il 17 maggio 2023 sul Bollettino Ufficiale Regionale Abruzzo è stata pubblicata al capo II (Disposizioni urgenti ed indifferibili) art. 26 (modifica art. 37 della l.r. 41/2012) della legge n. 22 del 17 maggio 2023 la seguente disposizione: dopo le parole "Le case funerarie non possono essere collocate ad una distanza inferiore di mt. 50 da cimiteri e crematori." sono inserite le seguenti: "Le case funerarie non possono essere collocate nelle zone A e B di cui all'articolo 2 del d.m. 1444/1968 e all'interno di edifici a destinazione prevalentemente residenziale nelle restanti zone.".
Questa solo apparentemente banale modifica nei fatti complica in maniera significativa l’investimento in strutture per il commiato da parte delle imprese funebri.
La regione Abruzzo ha ritenuto urgente impedire ad una categoria artigiana di investire in strutture utili per la comunità preferendo ad esse i “Centri commerciali della morte” tanto cari agli amici degli amici e lo ha fatto inserendo la norma nel capo delle disposizioni URGENTI e INDIFFERIBILI senza chiedere il parere della categoria, di nascosto in maniera furtiva.
Dopo anni di lotte sindacali, dopo anni di tavoli di discussione, dopo anni di atteggiamento costruttivo e mai ostruzionistico possiamo affermare con una certa credibilità che il problema non è il colore politico ma è il puzzo insopportabile di una politica sempre più debole attaccata ad interessi particolari e sempre più lontana dall’interesse generale.
Il settore funebre è trattato con volgare superficialità, reprimere una virtuosa propensione all’investimento tesa ad offrire servizi sempre più richiesti dalla collettività con ricadute negative in termini economici ma anche sociali è da irresponsabili.
Voler proteggere e favorire i “Centri Commerciali della morte” è coerente con una politica contigua con i soliti capitali ambigui, con le solite oscure dinamiche a vantaggio di pochi e a svantaggio dei lavoratori, degli artigiani, dell’economia trasparente e libera.
L’Abruzzo non cresce più anzi regredisce da decenni perchè la classe dirigente da vent’anni a questa parte ha cocciutamente perseguito interessi di parte e non si è mai messa al servizio della comunità; la politica abruzzese non è libera, è imprigionata in un groviglio di interessi il cui puzzo ormai è percepibile da fuori regione.
L’ANIFA chiede pubblicamente alla classe dirigente abruzzese di avere un po’ di dignità ed autorevolezza e cancellare quella vergognosa “marchetta” pubblicata il 17 maggio 2023 sul Bura al capo II (disposizioni urgenti e indifferibili) art. 26 (modifica art. 37 della l.r. 41/2012) e dare un po’ di speranza ad un comparto importante disposto ad investire e migliorare.
Trasformare il puzzo in un buon profumo soprattutto in un territorio bellissimo come quello abruzzese è possibile ma bisogna tirare fuori la dignità ed il coraggio.
 
Paolo Rullo
Segretario ANIFA